Un amico vero è quello con cui puoi parlare anche dei tuoi fallimenti, senza filtri né vergogna.
È chi, davanti a un caffè, ti mette una mano sulla spalla e, senza dire o fare granché, ti fa sentire che va tutto bene.
Se ne hai uno così, anche solo uno, considerati fortunato. E tienitelo stretto.
Oggi si affrettano tutti a pubblicare solo il lato migliore: il piatto perfetto, il viaggio da sogno, il 30 e lode del figlio.
Ma sinceramente? Di tutta questa perfezione patinata non so che farmene. E non ci credo neanche troppo.Io ho bisogno di persone vere. Di quelle che, come me, cadono, sbagliano, crollano ma si rialzano e ci riprovano. E a volte riescono, a volte no.
Di gente che guarda i fornelli e dice: "E mo' che me invento?".
Di chi ti scrive: “Quando ci vediamo per lamentarci un po’ davanti a un caffè?” E poi, dopo quel caffè, senti che c'è ancora tempo per la fine del mondo.
Ho bisogno di gente che mi dica: “Mio figlio è a pezzi… tu che facevi quando la tua era in crisi?”
Ma oggi non c’è tempo. Tutti troppo occupati a mettere in scena la versione migliore di sé stessi e dei propri figli.
E se sotto tutto questo ci fosse solo paura? Paura di mostrarsi fragili. Perché, forse, non ci fidiamo più di nessuno.
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