giovedì 28 agosto 2025

Il cuculo che spegne i nostri figli, ma qualcuno ancora vola


Sono in spiaggia. Un venticello leggero muove i bordi degli ombrelloni mentre io e mia moglie sonnecchiamo sui lettini.

Davanti a noi, un gruppo di ragazzini sudati giocano a racchettoni; poco più in là, alcune signore ballonzolano a ritmo incerto nella lezione di balli di gruppo.

Potrebbe sembrare una scena degli anni ’90 o 2000… se non fosse per gli adolescenti (e non solo) che non staccano mai lo sguardo dal cellulare, mai, nemmeno per un bagno.

Uno di essi, a due ombrelloni dal mio, non avrà più di diciassette anni, passa l’intera giornata così. L’intera giornata.

Neanche in hotel va meglio: nella sala ristorante oltre metà dei tavoli è dominata dagli smartphone di gente che mangia incantata a contemplarli.

A colpirmi è una bambina di dieci anni: si siede, poggia il telefono sulla bottiglia e mangia scrollando TikTok senza mai alzare gli occhi. Per i genitori, tutto normale.

Il bimbo di due anni scapriccia? Gli appioppano il cellulare in mano e la creatura si spegne.

Sfoglio il libro che sto leggendo sotto l’ombrellone, La generazione ansiosa di Jonathan Haidt. A pagina 122 scrive:

«Di fatto, smartphone e altri dispositivi digitali offrono a bambini e adolescenti così tante esperienze interessanti da causare un grave problema: riducono l'interesse per tutte le forme di esperienza che non avvengono tramite uno schermo.

Gli smartphone sono come il cuculo che depone le uova nei nidi degli altri uccelli. L'uovo di cuculo si schiude prima di tutti gli altri e i pulcini gettano immediatamente le altre uova giù dal nido in modo da impossessarsi di tutto il cibo portato dall'ignara madre.

Analogamente quando uno smartphone (…) fa la comparsa nella vita di un bambino, scaccerà almeno parzialmente la maggior parte delle altre attività

Chiudo il libro scoraggiato.

Penso al giovanotto insensibile a giochi, musica, sport, belle figliole in costume, alla vita, e alla bambina che mangia alienata e sola...

Poi un urlo rompe il silenzio: “Gooooool!”

Una decina di adolescenti maschi e femmine, si sta ammazzando di pallone: tuffi, placcaggi, cadute, risate, sguardi paraventi, sfottò in tutti i dialetti d'Italia… E non vedo smartphone. E mi rincuoro.

Forse è presto per il meteorite estintivo.