martedì 8 luglio 2025

Non volevo essere un duro

Nato in una famiglia di "duri", la mia passione per la lettura e il canto era vista con sospetto dai miei cugini. Le loro continue frecciatine, "Aò, ma nun è che sei fro*io?", mi facevano sentire un alieno.

Non mi feriva particolarmente ma mi diceva che ero fuori fase persino rispetto all'omosessualità che in quegli anni cominciava a essere sdoganata: io ero ipersensibile, emotivo e marcatamente etero. Un pericolo non incasellabile per i super machi de' Noantri che mi circondavano all'epoca.

Da adolescente, preferivo la musica classica al frastuono delle discoteche. Dopo una sola serata alla famosa 747 di Ciampino, i DJ e la synth-pop non mi videro più.

Ho sempre amato il teatro in ogni sua forma: dal metateatro pirandelliano alla comicità leggera di Proietti, fino all'indimenticabile trio Solenghi-Marchesini-Lopez.

Mai un calcio a un pallone, ma amavo sentire i muscoli lavorare e rafforzarsi in palestra. Nuotare e ballare e cantare (e poi pregare pensa un po') erano le mie vere passioni, anche se ancora non avevo incontrato la donna che continua a scoppiarmi dentro al cuore da 35 anni, la stessa con cui ballo, che mi ama e che guarda benevola al mio stile di vita "sfasato".

Da Persona Altamente Sensibile (cercala su Google se vuoi sapere cos'è), percepisco e noto tutto; ogni cosa mi tocca profondamente, è inevitabile. Posso sentirmi sfiancato o scosso da dettagli che la maggior parte delle persone ignora, ma sono anche travolto e allagato da emozioni forti per le più piccole meraviglie quotidiane.

Questo mi rende intrinsecamente "fuori fase", spesso stanco, talvolta in fuga verso una solitudine che mi rigenera da questo sconquassamento da eccesso di stimoli.

In passato, questa mia natura mi è stata spesso rinfacciata, qualche volta facendomela pagare cara. Se sei un uomo, e per giunta etero, osare essere ipersensibile è qualcosa che molti non perdonano. Sei considerato un pericolo non inquadrabile. E questa cosa una volta mi feriva. Una volta.

Adesso, alla soglia dei 55 anni, ho imparato a convivere senza snaturarmi, con un mondo che spesso non è fatto per chi è come me. E oggi, sono felicemente fuori fase.