giovedì 18 settembre 2025

"Con la stessa forza…" per la dignità di ogni vita

La violenza è sempre un fallimento, in tutte le sue forme. Dalla vigliaccheria di un insulto online alla brutalità di un pugno, dall’eco di un urlo fino all’orrore di un omicidio.

Anche quando si traveste di rosso o di nero, di estremismi opposti, di uniformi, di buone intenzioni o di difesa di una categoria, resta ciò che è: una desolante sconfitta.

Ed è diabolica, perché questo travestimento la rende accettabile agli occhi di molti e genera ancor più divisione.

Oggi nel mondo si consumano violenze estreme, drammatiche, di proporzioni epocali.

Dei conflitti in Myanmar, nella Repubblica Democratica del Congo, in Etiopia, in Sudan, in Burkina Faso, nel Sahel e in Mali pare non accorgersi nessuno, tranne un sant’uomo vestito di bianco che ha il coraggio di parlarne dalla finestra del suo studio.

Al netto di chi tace o si nasconde dietro un comodo silenzio, sul genocidio che si consuma a Gaza e sull’aggressione alla sovranità ucraina ognuno ha un’opinione, e fa bene a esprimerla.

Ma io non riesco a riconoscermi del tutto in nessuna di esse.

Fino a ieri, quando una cara amica mi ha inviato un articolo di Avvenire che parla di una rete di "Preti contro il genocidio".

Cito dall’articolo: "Non parliamo come politici ma come pastori e guide di comunità che credono nel Vangelo e della dignità di ogni vita umana. Non rappresentiamo solo noi stessi, ma anche le comunità affidate alle nostre cure come pastori della Chiesa cattolica. Il nostro messaggio non è contro nessuno, ma a favore della vita e della pace."

E a ribadire che il loro messaggio non è contro nessuno, affermano e rimarcano di nutrire "un profondo apprezzamento per la tradizione giudaica, dalla quale abbiamo ricevuto gli insegnamenti di Gesù e da cui ancora attingiamo grazia e sapienza. Per questo respingiamo ogni possibile accusa di antisemitismo sia nella definizione sia nella sostanza."

Mi ci riconosco in queste parole.

Più avanti c’è la frase più forte: "con la stessa forza con cui condanniamo il massacro del 7 ottobre, gli omicidi e i rapimenti compiuti dai terroristi di Hamas, con la stessa forza condanniamo la risposta sproporzionata, l’uccisione di persone innocenti giustificata come errori involontari, i bombardamenti di Paesi terzi sovrani, i crimini di guerra, la pulizia etnica, l’uso della fame come arma di sterminio e il genocidio perpetrato dallo Stato di Israele contro la popolazione palestinese."

Di fronte a tante voci indignate che gridano l’una contro l’altra prima ancora che a favore di una pace vera, questa mi pare, per ora, l’iniziativa più equilibrata e coerente.

Vedo uomini, pastori, alzarsi a proclamare con forza la dignità sacra di ogni vita. Ogni vita.

Come loro mi schiero, ma non a favore di un'opinione che sventola una qualche bandiera, nemmeno quella della religione che professo con convinzione. Mi schiero a favore della vita e contro ogni violenza.

E forse una cosa la posso fare. Da credente sostenere, pregando, questi barlumi di pace che si accendono in un mondo sempre più buio.

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Qui le fonti dell'articolo.
Qui il sito del Saveriani in cui trovare il testo completo del documento.