domenica 20 luglio 2025

Vivi in presenza

Seguimi con la fantasia.

Immagina: all’improvviso, sulla tua scrivania compare un vistoso pulsante rotondo. E un altro… sul bracciolo della tua poltrona preferita.

Come reagiresti? A me prenderebbe un colpo, lo ammetto. Poi, appena ripresomi, inizierei a farmi domande.

Chi si è permesso di violare così la mia intimità, installando senza il mio consenso un pulsante misterioso? Non posso rimuoverlo. Non so a cosa serva. E ogni gesto quotidiano rischia di premerlo per sbaglio.

Non è stato annunciato. Nessuna istruzione. Nessun avvertimento sui rischi Solo: è lì.

Credo che chiunque reagirebbe con la stessa inquietudine. Ci porremmo delle domande, cercheremmo risposte, ne parleremmo con qualcuno.

Eppure, da qualche settimana, Zuckerberg ha fatto esattamente questo.

Su WhatsApp è comparso il pulsante dell’IA, proprio sopra quello per iniziare una nuova chat. E adesso lo trovi insinuato anche nella barra “trova”, quella con la lente.

Domande? Dubbi? Perplessità? Non pervenute.

Ma delle eccezioni esistono e si trovano online, come questa:

"(...) la chat dell'IA tende a insinuarsi nella solitudine e - escludendo gli usi professionali per alcune cose - una parte di coloro che conversano e hanno interscambi quotidiani spesso anche invasivi con ChatGPT, Gemini, e via dicendo, lo fa per mancanza di interlocutori nella vita reale". (Riccardo Dal Ferro, folosofo e scrittore)

La promozione di questi strumenti in maniera invasiva serve solo a una cosa: la monetizzazione della solitudine.

"Ci sono due studi sull'uso delle chat di IA che dimostrano che essendo tali chat riamplificatori di quello che già c'è, non fanno che amplificare il tuo stato di partenza.

Una persona sola amplificherà questa sua caratteristica, e l'epidemia di solitudine in atto da qualche anno in Occidente, vedrà la sua curva innalzarsi ulteriormente.

Viviamo tutti quest'epidemia di solitudine in cui non cerchiamo più l'altro ma il riflesso su uno schermo usando l'altro come specchio.

E' un complotto? Non credo, ma c'è un incentivo che sta diventando promozione.

Semplicemente hanno scoperto che l'individuo da solo è più vulnerabile quindi meglio monetizzabile rispetto alla persona in compagnia." (Riccardo Dal Ferro nel video YouTube "Consumitudine, come stanno monetizzando il tuo isolamento.)

La persona in compagnia guarda meno pubblicità. Compra meno d'impulso, si confronta e magari si lascia distogliere dall'amico, da un compagno.

Vuoi essere davvero sovversivo? Meno schermo, più volti.

Meno social più comunità vere, qualunque esse siano.

Meno like, più caffè davanti a un amico di cui vedi le espressioni.

Cerca comunità vere, incontri veri, connessioni umane.

Vivi "in presenza".

Quel pulsante enorme non potrai toglierlo.

Ma puoi scegliere di ignorarlo.

E più sarai in presenza, più ci riuscirai.