venerdì 5 settembre 2025

Due giovani che mostrano che la mascolinità non è tossica

Come ogni mattina cammino lungo Via della Conciliazione. I nastri bianchi e rossi già sbarrano le vie laterali: i preparativi per qualcosa di grande sono in pieno fermento.

Giunto in piazza San Pietro, un cielo terso e luminoso come non mai avvolge la facciata della Basilica, sulla quale campeggiano le immagini di due giovani: Pier Giorgio, ventiquattro anni. Carlo, appena sedici.

Quei due volti luminosi come il cielo di oggi, ci ricordano che santità e gioventù, forse, sono un binomio ancora vivo, ancora possibile.

Sì, la mascolinità tossica esiste. È un drammatico dato di fatto, e ogni mancanza di rispetto — anche la più piccola — va riprovata e condannata senza esitazione.

Ma oggi sembra che si voglia narrare soltanto quella. In tv, in rete, sui social, la virilità viene descritta quasi sempre come aggressiva, come se essere uomini fosse una colpa di per sé, come se implicasse una tara a prescindere dalle virtù personali o persino di genere.

Perché sì, le virtù maschili esistono, anche se oggi sembrano dimenticate. Esiste la virtù del padre separato che dorme in macchina pur di permettere ai figli di praticare tennis e danza.

Esiste la resistenza silenziosa e umile degli uomini che ad agosto lavorano otto ore sotto il sole su un cavalcavia autostradale. Esiste la fedeltà del marito che condivide i compiti con una moglie sfinita dal lavoro e mille incombenze domestiche. Ne conosco tanti.

Esiste il coraggio del giovane che difende un compagno bullizzato fregandosene del branco che lo esclude.

Ed esiste l’autocontrollo ammirevole dell’uomo che ieri, per strada, pur provocato da un ragazzo violento con tanta voglia di menar le mani, rinunciava a reagire trasformando la lite in dialogo.

Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis, questa domenica, saranno lì a ricordarci che virilità e mascolinità non sono soltanto tossiche, ma possono essere luminose e virtuose, fino a condurre — per chi crede — a godere pienamente Dio. E io ci credo.

La mascolinità fedele, coraggiosa, allegra, protettiva e tenace di Pier Giorgio può essere un modello vincente per i ragazzotti della Generazione Z.

La virilità leale, responsabile, creativa, casta e umile di Carlo Acutis può offrire un’alternativa credibile ai maschi che oggi si smarriscono e indeboliscono davanti alle immagini vuote e desolanti di un minischermo. Non a caso è considerato il santo patrono di internet...

Il messaggio di questi due giovani uomini, santi e moderni, è una luce per tutti - credenti e non - capace di mostrare che essere uomini significa... amare con forza, servire con coraggio, vivere con speranza.

E noi. Siamo disposti a mostrare questi modelli virtuosi ai nostri figli maschi?

1 commento:

  1. Concordo pienamente! Inizia tutto da lì l'esempio in famiglia

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