“Iperconnessi ma isolati”: più o meno così Papa Leone, mercoledì scorso, ha aperto l’udienza generale con una riflessione potente e attualissima sui social media.
"Viviamo in una società che si sta ammalando a causa di una “bulimia” delle connessioni dei social media: siamo iperconnessi, bombardati da immagini, talvolta anche false o distorte. Siamo travolti da molteplici messaggi che suscitano in noi una tempesta di emozioni contraddittorie..."
In questo caos digitale, cresce il desiderio di spegnere tutto, di chiudersi nel silenzio. Ma il rischio è di perdere anche il contatto con chi ci è vicino:
"Anche le nostre parole rischiano di essere fraintese e possiamo essere tentati di chiuderci nel silenzio, in una incomunicabilità dove, per quanto vicini, non riusciamo più a dirci le cose più semplici e profonde."

"Gli offre prima di tutto una prossimità silenziosa, attraverso gesti che parlano di un incontro profondo: tocca le orecchie e la lingua di quest’uomo" e poi dice: "Effatà!" – Apriti.
Ecco il messaggio forte:
«Apriti a questo mondo che ti spaventa! Apriti alle relazioni che ti hanno deluso! Apriti alla vita che hai rinunciato ad affrontare!»
Perché chiudersi, in fondo, non è mai una vera soluzione.

Non per sparire. Ma per riaprire il cuore. Alle persone, alla realtà, a Dio — se ci credi.
Perché siamo sempre connessi, ma ci incontriamo sempre meno.

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P.S. Qualunque sia il tuo credo, che rispetto, queste parole mi sono sembrate troppo vere per non condividerle.

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