Non so se siano peggio i leoni da tastiera o gli ebetini da tastierino 🤔.
I primi commentano di pancia, senza riflessione né rispetto. Polemici e risentiti, attaccano ogni cosa soprattutto perché non hanno capito o contestualizzato ciò che hanno letto.
I secondi, invece, non riescono a staccare lo sguardo dal cellulare proprio quando sarebbe meglio tenerlo in tasca. Te li ritrovi dappertutto: a spolliciare al semaforo, a camminare storditi per strada o — peggio ancora — a guidare distratti.
Stamattina ne ho incrociati due in monopattino: naturalmente senza targa e senza casco, una mano sull’acceleratore e l’altra sullo smartphone. Lo sguardo? Di certo non sulla strada.
Non so se faccia più danni il leone da tastiera o l’ebetino da tastierino. Ma entrambi hanno in comune una cosa: hanno perso la percezione di chi hanno davanti.
Quando mia moglie e io regalammo il primo cellulare a nostra figlia, le facemmo firmare un decalogo. Che poi diventò un “dodecalogo”, firmato e controfirmato da lei e da noi✍️.
Molti di quelli che all’epoca ci dissero che eravamo esagerati, che la volevamo indottrinare, che la limitavamo, negli anni ci hanno chiesto una copia di quelle dodici regole: semplici ma preziose perché pensate per proteggere ma anche custodire l'umanità della nostra ragazza.
Un giorno forse ci scriverò un post. Ma oggi me ne torna alla mente una, che negli anni si è rivelata indispensabile anche per noi:
"Quando scrivi un messaggio fallo come se avessi la persona davanti." 💬
Ed è questa la chiave: la presenza. Perché sia i leoni da tastiera che gli ebetini da tastierino, in fondo, hanno smarrito la capacità di esserci davvero.
Il primo dimentica che dietro ogni parola c’è una persona in carne e ossa che puoi ferire, offendere. Il secondo non si accorge del mondo che gli passa accanto e pure lì sono guai.
Certo, è questione di educazione digitale — che spesso manca e che non forniamo ai nostri ragazzi.
Ma soprattutto è questione di allenare uno sguardo più umano, che non si lasci monopolizzare dallo schermo e non si nasconda dietro la rabbia virtuale.
Quel “dodecalogo” che a molti sembrava un eccesso, oggi è un promemoria di responsabilità: regole pensate per i ragazzi, ma valide per tutti noi che viviamo sospesi tra reale e digitale.
La sfida, alla fine, non è scegliere se siano peggiori i leoni da tastiera o gli ebetini da tastierino. La vera sfida è riuscire a non diventarlo💡.
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